Casali all’asta – La contro perizia di Ciampino Bene Comune

Immagine tratta dalla perizia dell’Arch E. Benedetti. Scaricabile in fondo al post

Come avevamo preannunciato nel nostro comunicato stampa del 21 novembre scorso abbiamo inviato al Curatore fallimentare, al Giudice delegato, alla Soprintendenza che ha emesso il Decreto di tutela del 2015 del sito ciampinese, nostre osservazioni alla perizia che concorre a determinare il valore della vendita dei due Casali e della relativa area di pertinenza di circa quattro ettari.

GIUDICHIAMO TALE PERIZIA CARENTE ED IN ALCUNI PUNTI FUORVIANTE TANTO DA SOPRAVVALUTARE QUANTO MESSO ALL’INCANTO.

CHIEDIAMO, AI TITOLARI DEL CORRETTO SVOLGIMENTO DELL’ASTA, DI PRENDERE ATTO DELLE INCONGRUENZE DA NOI RILEVATE NELLA STIMA, DI EFFETTUARNE UNA NUOVA O DI RETTIFICARE LA PRECEDENTE, DI INSERIRE ALLEGATO “AGLI ATTI” DELLA PROCEDURA IL NOSTRO DOCUMENTO.  

Nelle osservazioni infatti rileviamo come nella perizia allegata all’asta giudiziaria siano elencati in modo incompleto voci che si tradurranno in ulteriori spese per il compratore che diventerà custode dei beni monumentali acquistati e che dovrà obbligatoriamente sborsare in aggiunta alla somma per l’acquisto.

Ci riferiamo a risarcimenti dovuti al Mibact per i lavori già svolti per il portale barocco (Il valore indicato in € 55.953,12 per il restauro del portale ci risulta notevolmente sottostimato sia rispetto a quanto già speso, sia rispetto al costo complessivo dei lavori di anastilosi del monumento);  somme non citate relative ad alcuni lavori essenziali quali la manutenzione del muro di recinzione, oggetto esso stesso di vincolo monumentale. Inoltre non si ha cura di prevedere la spesa per sondaggi e probabili lavori di bonifica dagli ordigni bellici, rinvenuti copiosamente nei lotti limitrofi e quindi da praticare su tutto il terreno in vendita.

Fuorviante e del tutto illogica è infine l’esposizione secondo la quale si darebbe per “scontata” la destinazione residenziale dei fabbricati.

Partendo dal termine “Casale” si arriva ad affermare perentoriamente “Dunque trattasi di immobili con destinazione originaria ad abitazione”.

Una conclusione che sottende un errore di fondo dovuto alla non conoscenza di come il termine “casale” abbia assunto nel corso dei secoli, dall’età tardo antica, alla medievale, alla moderna e contemporanea, significati affatto diversi. Nel nostro documento abbiamo richiamato bibliografia, a nostro parere sufficiente, a confutare la destinazione originaria ad abitazione.

Qui sotto è possibile scaricare la Perizia dell’arch E. Benedetti e le osservazioni di Ciampino Bene Comune


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